Novembre è il mese azzurro per sensibilizzare la popolazione sul tumore alla prostata. Patrocinata dal Ministero della Salute insieme all’Istituto Superiore di Sanità, la campagna nazionale ha come obiettivo di far conoscere questa malattia, i cui sintomi vengono spesso sottovalutati dagli uomini.
Nell’ambito di questa campagna verranno illuminati di azzurro alcuni monumenti significativi della storia italiana come Il Discobolo del Museo Nazionale di Palazzo Massimo a Roma, I Bronzi di Riace del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, l’Ercole Farnese del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, l’Atleta dei Musei Reali di Torino e il Napoleone Bonaparte di Palazzo Brera a Milano.
Secondo una recentemente ricerca presentata al congresso della Società Italiana di Urologia (S.I.U.), il 54% degli uomini europei ignora di avere la prostata e addirittura pensa che sia un organo femminile e ben il 27% degli intervistati non sa posizionarla all’interno del corpo. L’indagine condotta dall’Associazione Europea di Urologia è stata condotta su 2500 uomini di 5 diverse Nazioni (Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito).
“E’ un dato allarmante che ci fa capire quanto sia importante la prevenzione e informare gli uomini dei rischi che possono correre. Ultimamente – spiega il dott. Guido Revelli, urologo del Poliambulatorio Delma di Andezeno- si presta una maggior attenzione ai problemi legati alla prostata anche grazie alle informazioni che si trovano su internet. Il tumore alla prostata ha un’incidenza del 20% su tutti i tumori e negli uomini è la forma tumorale più diffusa davanti al cancro ai polmoni. Rispetto al passato, adesso esistono degli strumenti terapeutici e diagnostici avanzati. E nella maggioranza dei casi, se individuato in tempo, il tumore alla prostata può essere guarito”.
Nel nostro Paese, sono state registrati più di 458.000 casi diagnosticate di carcinoma prostatico, e un percentuale di 30% di questi sono stati diagnosticati con tumore alla prostata. Scatta l’allarme perché il numero di pazienti identificati con questa malattia è sempre in aumento, più di 14 milioni di uomini sono a rischio.
“Nel 60-70% dei casi –interviene il dott. Revelli – i problemi alla prostata insorgono negli uomini dai 50 anni di età in su. A volte, però, le prostatiti si verificano anche negli uomini sotto i 50 anni. I campanelli d’allarme che possono evidenziare dei problemi alla prostata sono dei sintomi come la difficoltà di fare pipì la mattina oppure il bisogno di alzarsi 2-3 volte a notte per poter urinare. Alcune volte questi sintomi si verificano in modo saltuario, altre volte con più frequenza. Questi sintomi, però, vengono spesso sottovalutati, soprattutto dai medici di base che non sempre consigliano ai pazienti il ricorso ad una visita specialistica. Questi sintomi, se sottovalutati, possono portare ad un peggioramento e al ricorso ad una terapia chirurgica”.
Ecco quindi che la prevenzione assume un ruolo fondamentale. “La dieta è molto importante – prosegue il dott. Revelli – perché si alimenta con cibi salati e molto piccanti è maggiormente a rischio dopo i 50 anni di incappare in problemi di prostata. Va tenuto anche conto della famigliarità della malattia. Chi ha avuto il padre o dei parenti stretti con questo tipo di problematiche andrebbe sempre consigliato di fare dei controlli verso i 40 anni di età a scopo preventivo”.