L’esposizione al sole può fare male alla pelle. I benefici dell’esposizione ai raggi solari, infatti, sono molto inferiori al rischio di sviluppare tumori ed alla certezza di far invecchiare più precocemente la pelle. E’ quindi opportuno prendere il sole con moderazione ed attuare degli opportuni accorgimenti, come proteggersi con un’adeguata crema solare ed evitare l’esposizione nelle ore più calde. Il dott. Roberto Castellengo, specialista dermatologo del Poliambulatorio Delma, ha redatto un progetto di educazione sanitaria denominato “I rischi dell’abbronzatura”. L’obiettivo è quello di informare in modo corretto i pazienti sui rischi delle radiazioni solari e sulle regole e procedure da rispettare per evitarli. Una guida dermatologica che è d’aiuto per godere degli effetti benefici del sole proteggendo così la pelle da eventuali danni.
“I nostri rapporti col sole – spiega il dott. Castellengo – dipendono da un’entità definita “fototipo” che si caratterizza considerando il colore degli occhi, dei capelli e della pelle e con il tener conto che durante un’esposizione al sole il soggetto tenda maggiormente a scottarsi oppure ad abbronzarsi. Si parte dal fototipo 1, persone con cute bianchissima od avorio pallino (albini), ad alto rischio di contrarre tumori cutanei fino ad arrivare al fototipo 6, i neri africani, con scottature assenti, un invecchiamento cutaneo assai lento e minimo e con un rischio quasi nullo di tumori cutanei”.
Esistono vari tipi di reazioni in seguito all’esposizione ai raggi solari: “Le reazioni a breve termine – spiega lo specialista dermatologo – sono costituite dal colpo di sole, che si caratterizza come una scottatura causata da radiazioni invisibili all’occhio umano ma del tutto reali per la loro azione sulla cute. L’abbronzatura non è nient’altro che la risposta della pelle a scopo protettivo. Nelle opportune circostanze – prosegue il dott. Castellengo – la cute elabora la melanina, pigmento di colore scuro, come difesa delle radiazioni UVA e UVB presenti nei raggi solari. Le reazioni a lungo termine, invece, sono costituite dall’invecchiamento precoce della pelle e le macchie solari si configurano come chiazze di colore nettamente più scuro rispetto all’epidermide circostante. Inoltre aumenta il rischio di tumori della pelle”.
Decisamente importante anche nell’ambito dermatologico è l’aspetto della prevenzione: “La diagnosi precoce delle formazioni delle formazioni precancerose oppure cancerose della pelle – analizza il dott. Castellengo – è una questione rilevante nell’ambito della salute della popolazione a cui il dermatologo dedica la massima attenzione. Coerentemente con le varie situazioni il medico dermatologo ispeziona la vostra pelle per effettuare la diagnosi precoce di lesioni sospette. In caso di dubbi circa la comparsa di lesioni cutanee consiglio di non avere timore a sottoporvi ad un consulto specialistico”.
Importante è scegliere anche il giusto tipo di crema in base al proprio fototipo per proteggersi dai raggi del sole: “Esistono in commercio vari tipi di crema solare: protezione bassa (valore 6-10), protezione media (15-20), protezione alta (30-50) e protezione molto alta (50+). Per salvaguardare la salute pubblica – precisa il dott. Castellengo – i prodotti per la protezione solare in commercio dovrebbero recare la vertenza che nessun prodotto può proteggere al cento per cento. Inoltre dovrebbe posta ben in evidenza la raccomandazione di applicare nuovamente il prodotto con una frequenza adatta al fine di mantenere il livello di protezione desiderato in particolare dopo il bagno, la doccia, dopo la traspirazione”.
Il livello di guardia, inoltre, non va abbassato neanche durante le giornate nuvolose e quando si rimane sotto l’ombrellone: “Una coltre di nubi lascia filtrare fino al 90-95% dei raggi solari – spiega lo specialista dermatologo – e non bisogna dimenticare di usare il foto protettore anche in tale evenienza. I raggi ultravioletti possono giungere a contatto con la pelle in modo indiretto poiché sono riflessi dagli oggetti e dalle superfici circostanti. Sotto l’ombrellone – conclude il dott. Castellengo – la cute riceve circa la metà delle radiazioni solari e anche in questo caso non bisogna cessare di utilizzare il filtro solare”.